Newsletter Novembre 2020

TEMA FISICO DEL MESE: LE TORSIONI
Ricordate: non importa quanto in profondità vai in una posizione, ciò che conta è chi sei quando ci arrivi.
(Max Strom)

La torsione è simbolo di cambiamento del punto di vista, come le posizioni invertite. Queste ultime rappresentano il cambio totale del paradigma (osservare a testa in giù), mentre le torsioni rappresentano l’aprire lo sguardo in orizzontale verso nuove direzioni.
L’allungarsi sull’asse verticale, richiesto per mantenere l’integrità della colonna, è legato alla simbologia della trascendenza, rappresenta l’elevarsi al disopra della visione comune. Infatti le torsioni hanno molto spesso il nome di saggi, cioè di persone che hanno modificato il modo di vedere un aspetto della realtà. Persone che, con la loro sensibilità, hanno mostrato un modo diverso di percepire e di comprendere.
Dal punto di vista fisico richiedono e sviluppano:
- capacità di entrare in posizione con delicatezza: ogni cambiamento va affrontato senza violenza;
- consapevolezza della posizione dell’asse centrale: ogni cambiamento richiede ascolto e comprensione del punto fermo attorno a cui ci muoviamo o da cui ci muoviamo;
- capacità di muoversi attorno all’asse centrale con attenzione: le torsioni in flessione espongono zone delicate della colonna!
- possibilità di aprirsi in orizzontale mentre ci si allunga in verticale (movimento a spirale);
- grande attenzione al respiro: è questo che genera l’apertura orizzontale richiesta;
- saper fare un passo indietro per poter rimanere senza sforzo;
- flessibilità delle anche e delle spalle: i punti attorno a cui si ruota e su cui abbiamo lavorato nel mese di ottobre;
- flessibilità dei muscoli della parte posteriore del corpo ottenuta attraverso i piegamenti avanti sviluppati nello scorso mese;
- forza della zona lombare, delle braccia e delle gambe su cui abbiamo lavorato in settembre.
TEMA MENTALE DEL MESE: IL CAMBIAMENTO
Il cambiamento è una porta che si apre solo dall’interno.
(Tom Peters)

Il cambiamento è un tema portante negli Yoga Sutra e una questione centrale nelle nostre vite. Esso è direttamente collegato alla sofferenza.
Nel sutra II,15, Patanjali ricorda che il saggio, cioè colui che ha discernimento, sa che non è possibile evitare il cambiamento (parinama) e che molto spesso le cause della nostra sofferenza stanno proprio nell’incapacità di accettare questo cambiamento. Parinama è insito nella natura delle cose e crea sofferenza anche per il fatto che le cose non sempre vanno come noi desideriamo.
L’unico cambiamento che non genera sofferenza è quello legato alla crescita interiore e tale crescita è a sua volta legata al cambiamento, un vero paradosso! La crescita non è intesa a modificare ciò che accade esternamente a noi, ma a modificare come noi reagiamo di fronte a ciò che la vita ci porta.
Tale crescita, ottenuta attraverso le pratiche, ha come scopo quello di generare equilibrio e calma della mente, in modo da poter prendere decisioni proficue, che non generino a loro volta dolore. Per avere successo servono almeno 3 componenti (sutra II,1): la forza di affrontare il disagio legato al cambiamento (tapas), un piano strategico o una guida (svadhyaya), la capacità di lasciar andare ciò che non può essere modificato (ishvara pranidhana). Questi tre componenti principali sono riproposti ed espansi nella presentazione degli otto rami dello yoga: in questa luce sono espressi come componenti dello yoga dell’azione.
Poiché la ruota del cambiamento non si ferma mai, l’unico modo per ridurre la sofferenza è agire in modo opportuno, non il ritirarsi e il non-agire.