Affronteremo questo mese una famiglia di posizioni tra le più amate e temute della pratica yoga, I piegamenti all’indietro (Back Bending). Questa definizione, tuttavia, può essere fuorviante: nell’eseguire questi asana non è il corpo infatti a “piegarsi all’indietro”, ma è la parte frontale ad aprirsi. Assumere queste posizioni apre il centro del petto, allunga gli addominali, gli psoas e i quadricipiti e permette alla parte anteriore del corpo di distendersi e rilassarsi. In un’espressione, si tratta di posizioni di “apertura del cuore” che si accompagna anche a a un senso di maggiore spazio e migliora la qualità della respirazione: il petto si espande mentre percepiamo la solidità delle basi che radichiamo a terra. Ci apriamo con leggerezza alla grazia.
Tuttavia, l’idea stessa di “piegarsi all’indietro” può generare in molti un senso di ansia e di apprensione. Nella vita, infatti, i movimenti che fisicamente compiamo più spesso nella quotidianità sono piegamenti in avanti. Raramente andiamo contro la gravità (e l’ignoto), piegandosi all’indietro. Proprio per questo motivo, queste posizioni risultano utili per contrastare la tendenza a flettere continuamente la schiena, per migliorare la postura e ci aiutano ad avere maggiore solidità e fiducia in noi stessi.
Dal punto di vista fisico, esse sono state preparate dal lavoro svolto nei mesi precedenti che, oltre ad allungare ed estendere la colonna vertebrale, ha reso la schiena al contempo forte, tonica e flessibile.
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