La posizione del loto (Padmasana), è una delle posizioni più iconiche dello yoga anche se, in sostanza, è un modo piuttosto diffuso in oriente per sedersi.
Si tratta di una postura seduta a gambe incrociate che prende il nome dal fiore di loto, una pianta acquatica che affonda le sue radici nel fondale fangoso di stagni e acquitrini, si eleva sopra l’acqua e apre si suoi fiori che galleggiano, delicati e maestosi al contempo, senza bagnarsi e senza venire contaminati dalla palude sottostante.
Il fiore di loto possiede calma, stabilità e bellezza. Per questi motivi, esso rappresenta la purezza del corpo, della parola e della mente. Simboleggia l’essere completamente collegato alla terra e l’aprirsi verso il divino. Rappresenta l’evoluzione spirituale dell’essere umano, dal fango alla luce e una metafora del processo di elevazione dello yoga, in quanto esso permette di aprirsi verso il cielo, ma, allo stesso tempo, di rimanere radicati a terra. Padmasana è una postura calmante e stabilizzante; richiede forza, flessibilità e capacità di lasciare andare le tensioni.
La posizione del loto aiuta a mantenere una postura corretta mentre siamo seduti e l’allineamento della colonna (naturalmente se non crea dolore, soprattutto all’articolazione del ginocchio e della caviglia). Ciò facilita la respirazione profonda, necessaria al raccoglimento e alla meditazione. Come per molte altre posizioni, lo scopo non è quello forzare il corpo ad assumere una forma, ma l’obiettivo è piuttosto di esplorare con gentilezza come questa nuova forma ci aiuti a percepire il corpo ed i suoi limiti.
Nella sua versione sollevata da terra (Utpluthih), il loto viene “sradicato” elevandosi ulteriormente. Questo asana diviene così una posizione di equilibrio sulle mani che richiede un lavoro aggiuntivo di forza delle braccia per continuare a mantenere la sua stabilità.
Le qualità fisiche necessarie ad assumere questa posizione sono state preparate dalle pratiche dei mesi scorsi sulle anche e per lo sviluppo della forza necessaria. Proseguiremo questa esplorazione con gentilezza e costanza per apprezzare il lavoro compiuto fino ad oggi con una speciale attenzione alle articolazioni messe sotto pressione.
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